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Premessa

Negli ultimi dieci anni si sono compiuti progressi stimolanti nell'approccio chirurgico del problema della calvizie. Le nuove tecniche di autotrapianto, la riduzione dell'area calva con l'utilizzo di estensori ed espansori, la trasposizione di lembi di cuoio capelluto, utilizzate singolarmente od in associazione, possono garantire risultati definitivi ed esteticamente molto soddisfacenti.

La tecnica dell'autotrapianto è certamente quella più utilizzata e conosciuta anche grazie ai recenti orientamenti tecnici che propongono:

  • Microtrapianti, cioè trapianti costituiti da 1-2 bulbi piliferi. Utilizzati in prima e seconda linea.
  • Unità follicolari, presenti in natura come tali, più o meno numerose sono costituite da piccoli gruppi di 2-4 bulbi piliferi che generano altrettanti capelli con la caratteristica di uscire tutti insieme attraverso un unico canale. Costituiscono unità anatomiche estetiche che vengono vantaggiosamente utilizzate ridistribuendole dalla seconda linea in poi.
  • Minitrapianti, costituiti in media da tre capelli, che vengono inseriti nelle aree più centrali dove contribuiscono a rinfoltire il cuoio capelluto diradato o calvo. I motivi razionali del successo dell'autotrapianto: ricordiamo che nel 1954 Orentreich dimostrò, per il bulbo pilifero, il principio della dominanza del donatore e cioè che, nell'uomo affetto da alopecia androgenetica, lembi di cuoio capelluto, prelevati dalla regione nucale e trapiantati nella regione fronto-parietale, sede di calvizie, conservano le caratteristiche della zona di origine producendo capelli terminali senza venire influenzati dalla zona ricevente. Il principio della dominanza del donatore è alla base del successo dell'autotrapianto di capelli

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