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Diagnosi

Anamnesi ed esame obiettivo

L’esame obiettivo è volto a valutare se il diradamento dei capelli è diffuso o circoscritto. All’osservazione diretta del cuoio capelluto si possono evidenziare specifiche noxae patogene, quali cicatrici, infezioni, ustioni o processi neoplastici, o diagnosticare patologie dermatologiche. Ispezionando con le dita i capelli del paziente (test della carezza), si valuta la loro consistenza, al fine di determinare il rapporto fra capelli normali e sottili o corti.

Segno patognomonico di calvizie androgenetica è l’eccesso di capelli sottili o corti su quelli normali, indice di defluvio in anagen, come pure il riscontro di un maggior diradamento degli stessi sul vertice. Un loro difetto sulle tempie, con linea di attaccatura a forma di M, depone invece per alopecia fronto-parietale maschile. Una pseudo-alopecia, dipendente da trattamenti cosmetici traumatizzanti, malformazioni del fusto, tigna o tricollomania, è caratterizzata invece dalla presenza di capelli fratturati o chiazze alopeciche con aspetto pulverulento.

La presenza di capelli assottigliati, eventualmente associati a unghie distrofiche e cute secca e sottile con facilità alla fissurazione, fa pensare ad una sindrome carenziale.

Un medico esperto, in genere, pone una diagnosi col solo esame obiettivo e con l’anamnesi!

Pull test

Il pull-test è un esame semplice che consiste nel far scorrere le mani tra i capelli del paziente esercitando una lieve trazione: in base alla modalità e al numero di capelli che si staccano dai follicoli si traggono alcune considerazioni cliniche.

Se con lieve trazione si raccoglie un numero considerevole di capelli capelli (20-100 o oltre) e i bulbi piliferi sono integri si tratta di un effluvio.

Analizzando poi i bulbi distinguiamo un effluvio in telogen da un effluvio in anagen.

Se i capelli che si staccano alla trazione con i loro bulbi conservati sono in numero modesto, ma il paziente presenta una evidente ipotrichia o una calvizie, si tratta con un’alta probabilità di un defluvio. Se i capelli raccolti si presentano miniaturizzati (telogen miniaturizzati) si tratta di alopecia androgenetica, se i capelli sono in anagen avremo un defluvio in anagen.

Se i capelli che si staccano sono privi di bulbo, significa che sono fragili e si spezzano per malformazioni, parassitosi o per eccessivi stress fisico-chimici (prodotti cosmetici, phon, bigodi, trazione manuale come nella tricotillomania etc).

Valutazione statistica dei capelli o conta tricologica totale (CTT)

Valuta approssimativamente il numero totale di capelli nel cuoio capelluto e permette di ottenere una mappatura delle aree piu significative.

Tricogramma

Si effettua prelevando un campione di 50-100 capelli in diverse aree del cuoio capelluto, che vengono in seguito osservati con microscopio ottico a piccolo ingrandimento (20-30x) o con una lente (10x). Nel tricogramma normale, circa l’85% dei capelli è in fase anagen, il 15% in telogen, mentre la quota di capelli in fase catagen è trascurabile, pertanto il rapporto anagen/telogen risulta pari a 5.5.

Il tricogramma serve quindi a determinare la “formulare pilare”, stabilendo se la caduta di capelli riferita dal paziente è obiettivabile e se si verifica in anagen o in telogen.

Ad esempio, nel defluvio androgenetico (calvizie comune), si osserverà un tricogramma in telogen (rapporto anagen/telogen < 5.5). Si considera tuttavia patologico un rapporto con una quota di capelli anageni inferiori all’80% e di telogeni superiore al 20-25%.

Nell’alopecia areata o da chemioterapici, invece, il rapporto anagen/telogen è superiore a 5.5, ovvero il tricogramma evidenzia una formula pilare in anagen.

Il tricogramma permette inoltre di determinare il diametro del fusto del capello, compreso tra 65-78 micron.

Tuttavia, esso presenta alcuni limiti: non prevede un’analisi strutturale del capello e richiede il prelievo di un quantitativo non trascurabile di capelli in un soggetto vulnerabile, tuttavia necessario a ridurre un rischio di errore valutativo.

Tricogramma deduttivo

Analogo al precedente, consiste in una modesta trazione esercitata con un’apposita pinza simile ad un calibro sui capelli di 10 aree campione, che permette di asportare tutti o quasi i capelli in telogen o solo in telogen terminale (quelli che sarebbero caduti entro 7-10 giorni). Con una semplice moltiplicazione si risale al numero totale dei telogen e con una sottrazione dalla CTT si avrà il numero dei capelli in anagen e il numero dei catagen (un valore praticamente fisso, funzione del rapporto tra anagen e telogen). Questa metodica ha il vantaggio di risparmiare il fastidioso e relativamente doloroso prelievo dei capelli in fase anagen.

Fototricogramma

Viene fotografata un'area di 1cm2 di cuoio capelluto precedentemente rasata e si contano i capelli presenti. Passati 15-20 giorni si scatta una seconda foto per valutare quanti capelli, in fase anagen, sono cresciuti. Per differenza si risale al numero di capelli in fase telogen.

Ovviamente tale esame permette solo una piccola campionatura del cuoi capelluto, e essendo una metodica abbastanza indaginosa viene utilizzato in genere solo nella ricerca.

Esame istologico per sezioni vericali e sezioni trasversali

Wash test

Consiste nella conta e nell’osservazione microscopica dei capelli caduti in seguito a lavaggio, eseguito dopo almeno una settimana di astensione. L’esame microscopico permette di valutare il tipo di caduta.

Test del conteggio giornaliero

Più laborioso, consiste nella conta giornaliera, effettuata per almeno 2 settimane consecutive, di tutti i capelli che si trovano sul cuscino, nella spazzola, sulle spalle e quelli che cadono durante il lavaggio.

Mineralogramma

L'esame consiste nell'esaminare circa un grammo di capelli prelevati in sede nucale, di lunghezza inferiore ai 3 cm, dei quali viene valutata la composizione minerale, che varia a seconda del colore e del sesso. Oltre a rilevare la presenza di minerali tossici (piombo, mercurio, cadmio, arsenico, alluminio), il mineralogramma consente lo studio di svariate funzioni dell'organismo e fornisce indicazioni per la correzione della dieta del paziente.

Esami di laboratorio

  • Esami ematochimici
  • Dosaggio ormonale plasmatico
  • Dosaggio ormonale sulle urine delle 24 ore

Esame del fusto del capello

L’esame del fusto consiste nel tagliare i capelli al punto di emergenza dall’ostio follicolare, per poi osservarli al microscopio ottico dotato di luce polarizzata.

Videodermatoscopia computerizzata dei capelli e del cuoio capelluto

La videodermatoscopia computerizzata è una tecnica di recente introduzione, di cui il nostro studio è dotato, che ci permette di valutare a forte ingrandimento (150x) e in modo non invasivo lo stato del cuoio capelluto e alcuni aspetti del fusto dei capelli.

Biopsia del cuoio capelluto

La biopsia viene effettuata in anestesia locale e si preleva una piccola carotina di cuoio capelluto di solito utilizzando bisturi circolari (“punch”) di 5-6 mm di diametro. Sul pezzo prelevato si effettua l’esame istologico e/o l’immunofluorescenza diretta.

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